La tracciabilità

La tracciabilità
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Chiunque ha la fortuna di avere un contadino in famiglia che alleva gli animali, ha la possibilità di mangiare una carme gustosa e genuina.

Per gli altri invece è tutto più difficile. Sappiamo veramente cosa mangiamo? Conosciamo la provenienza degli animali? Sappiamo con quali foraggi sono nutriti? Sappiamo come vivono?

L’anagrafe bovina

Fermo restando il diritto dei cittadini di sapere da dove arriva ciò che mangiano, bisogna fare chiarezza sulle motivazioni che hanno portato all’adozione di metodi che permettano la tracciabilità delle carni, a partire dalla cosiddetta “anagrafe bovina”.

La necessità di conoscere l’origine degli animali è apparsa evidente alla fine del secolo scorso, quando si verificò l’epidemia della BSE. Si scoprì infatti che dal Regno Unito, dove si verificarono i primi focolai della malattia, molti bovini furono “esportati” in altri Paesi.

Ci si rese conto che andare a rintracciare animali sospetti importati era piuttosto complicato. Per motivi esclusivamente sanitari si decise di creare una anagrafe bovina, per cui ogni animale doveva essere “marcato” e doveva possedere un “passaporto”.

In questo modo è stato possibile tenere sotto controllo tutti gli animali, consentendo alle Autorità Sanitarie in caso di bisogno di conoscere tempestivamente l’origine di animali ammalati o sospetti di esserlo.

Agli inizi di questo secolo si è anche deciso di controllare al macello, con esami del tessuto cerebrale, tutti i bovini adulti.

L’anagrafe bovina venne attuata in tutti i Paesi dell’Unione europea e l’Italia fu uno dei primi a dare vita a questo sistema con una impostazione di tipo “sanitario”.

Il risultato di tutto ciò è che oggi tutti i bovini, nazionali o di importazione, sono facilmente riconoscibili, e in pratica nel nostro Paese possono circolare ed essere macellati solamente animali sani e controllati.

Controlli degli allevamenti

Ulteriori controlli riguardano la produzione dei mangimi, incluse le analisi sulle materie prime e sugli alimenti dati agli animali. Si effettua poi un costante controllo della corretta gestione dell’allevamento e del rispetto delle norme sul benessere animale.

Queste ultime sono molto importanti anche in fase di macellazione e di lavorazione della carne, durante le quali molto rilievo è dato anche al rispetto delle norme sanitarie.

Infine, si hanno la distribuzione e la cosiddetta “catena del freddo”, che oltre alla verifica delle giuste temperature per la conservazione dei prodotti includono dei controlli qualitativi.

Il modello italiano

Il modello italiano di controllo e di tracciabilità delle carni è un’eccellenza a livello europeo e quindi mondiale, e, in ogni punto della filiera, garantisce una qualità e una sicurezza impensabili in molti altri contesti.

Come quello della gestione del rischio qualora qualcosa durante i processi produttivi e di distribuzione dovesse andare male (esempio incidenti).

Nonostante tutto questo, spesso vedi immagini di allevamenti molto diversi, che ti inducono a cercare la carne direttamente nelle aziende agricole oppure ai mercati a filiera corta.

Infatti, per far fronte al fabbisogno di carne, molti animali sono allevati in allevamenti intensivi, all’interno dei quali non c’è rispetto per la loro vita.

Sono tenuti in condizioni igieniche precarie, ammassati gli uni agli altri, mangiano foraggi ricchi di proteine e ormoni per raggiungere in breve tempo il peso giusto per la macellazione.

Vengono loro somministrati antibiotici  così da evitare qualsiasi malattia con conseguente interruzione della crescita perché allevare un capo è oneroso.

La mia filosofia

La mia filosofia è stata da subito quella di selezionare i produttori rivolgendomi a realtà in cui si allevano i capi in ambienti sani, dove mangiano cibo naturale e non arricchito e dove gli standard di crescita sono altrettanto naturali e privi di forzature.

Ti invito a visitare la mia macelleria dove puoi acquistare in sicurezza ottime carni, dal sapore intenso e raffinato.


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Adriano Miniero

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